IL TERRITORIO ACESE IERI

IL TERRITORIO DI ACIREALE
Nel XVI secolo il territorio di Aci era vasto e si estendeva dal torrente Mangano fino ad Aci Castello. A monte comprendeva Viagrande e parte di San Gregorio. La maggior parte del territorio era ricoperto dal bosco, importante per il benessere della città, ma anche da lave e terre coltivate. Da ricordare sono inoltre i diritti della città sul bosco, i quali furono annullati danneggiando l’economia, ma in particolar modo il territorio. Alla metà del XVIII secolo, infatti, il bosco si era notevolmente ridotto; per averne un’idea possiamo riportare le informazioni raccolte dallo storico Gaetano Gravagno: nel 1764 erano state recise tra querce, ilisi e ascini, 11704 piante. L’incasso maggiore proveniva da impianti a vigneti e gelsi, ma anche la coltura del lino e della canapa era molto importante per l’economia. Un altro elemento rilevante era anche la presenza di numerosi mulini ed i manufatti per la lavorazione della canna da zucchero, situati nella valle che giunge a Capomulini. Imponenti terrazzamenti trasformarono fortemente il paesaggio della Timpa.