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BES – Bisogni Educativi Speciali

La scuola inclusiva

“L’inclusione scolastica è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell’ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad assicurare il successo formativo degli alunni e degli studenti” (D.Leg. 66/2017).

Il modello italiano dell’inclusione scolastica è considerato tra i più avanzati al mondo, frutto di diverse fasi di innovazione normativa e di sviluppo di buone pratiche organizzative.

L’Italia è stata tra i primi paesi europei a fare una scelta di integrazione degli studenti con disabilità nelle scuole e nelle classi comuni, attraverso un iter normativo iniziato nel 1971 e confluito nella Legge Quadro 104/92.

Oggi il termine Integrazione scolastica è stato inglobato e sostituito da Inclusione. L’inclusione è un processo attraverso il quale il contesto scuola – ossia dirigenza, insegnanti, collaboratori, studenti, famiglie e associazioni ed enti del territorio – risponde ai bisogni educativi di tutti gli studenti.

Il processo inclusivo manifesta una filosofia del pensare e dell’agire basata sul riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica di tutti gli studenti, rendendo effettivi i principi di equità e di uguaglianza della nostra Carta Costituzionale.

L’inclusione comincia dall’interno della scuola, da un cambiamento culturale, dalla valorizzazione delle risorse presenti, interne ed esterne, dalla collaborazione tra le persone nei ruoli che assumono nel contesto, dalle competenze sia personali sia professionali messe in campo con finalità e obiettivi condivisi. La scuola inclusiva progetta, innova, documenta e cambia il modo di insegnare e di apprendere.

La nostra scuola vuole essere una comunità accogliente nella quale tutti gli studenti realizzano esperienze di crescita individuale e sociale e promuove l’obiettivo del superamento delle barriere alla partecipazione e all’apprendimento di tutti e di ognuno:

  • riconoscendo e valorizzando le differenze con una progettazione didattica strutturalmente inclusiva;
  • coinvolgendo l’intera comunità scolastica nel processo educativo.

I Bisogni Educativi Speciali

“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici e socio-economici-culturali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano una adeguata e personalizzata risposta educativa-formativa.” (D. M. del 27 dicembre 2012).

Il processo di inclusione trova riferimento concettuale nel modello antropologico Bio-Psico-Sociale formalizzato dall’O.M.S. nella classificazione I.C.F., “International Classification of Functioning” (2001), che guarda all’individuo analizzando il profilo di funzionamento e il contesto: fattori ambientali/personali e funzionamento determinano la condizione di salute; ed è rispetto ai funzionamenti problematici in età evolutiva che si adottano scelte di contesto facilitanti ed eque.

Il concetto di bisogno educativo speciale (BES) /Special Educational Need (SEN) è maturato in ambito psico-pedagogico, negli anni settanta e, in ambito educativo-formativo, è stato esplicitato in diversi documenti dell’UNESCO e dell’ONU, accolto dall’European Agency for Special Needs and Inclusive Education (2003) e in successive riforme delle legislazioni scolastiche.

I Bisogni Educativi Speciali sono ormai il paradigma di lettura della varietà delle difficoltà di apprendimento; un paradigma che amplia lo sguardo verso le esigenze formative di ogni individuo, andando oltre al deficit e al disturbo certificabile.

Dario Ianes definisce il Bisogno Educativo Speciale qualsiasi forma di difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o istruzionale, che si manifesta in un funzionamento problematico della persona in interazione con l’ambiente; tale difficoltà che comporta danno, ostacolo al benessere, limitazione della libertà e anche stigma sociale, necessita di educazione speciale individualizzata.

Il concetto di Bisogno Educativo Speciale, quindi, è una macrocategoria che comprende tutte le possibili difficoltà educative-apprenditive degli studenti, difficoltà nell’apprendimento, nella partecipazione sociale o un funzionamento per qualche aspetto problematico che rende loro complesso trovare una risposta adeguata ai propri bisogni; pur nella diversità delle situazioni di difficoltà, si richiede un intervento didattico, individualizzato e personalizzato, che garantisca un percorso educativo efficace.

La classificazione OCSE individua tre raggruppamenti di Bisogni Educativi Speciali:

  • gli studenti con disabilità o deficit che deriva da carenze organico-funzionali (deficit sensoriali, motori o neurologici) e, in Italia, certificate ai sensi della Legge n. 104 del 1992.
  • gli studenti con disturbi evolutivi quali i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e altri come iperattività (ADHD), deficit dell’attenzione, del linguaggio, ritardi maturativi o cognitivi lievi e altri, anch’essi tutti certificati.
  • gli studenti con svantaggio di varia origine, i quali manifestano difficoltà di apprendimento, anche temporaneo; queste situazioni configurano bisogni educativi speciali residuali rispetto alle condizioni precedenti (forme di disagio, ospedalizzazioni, svantaggio linguistico-culturale, socio-economico e altro).

L’ obiettivo della tutela, in ambito educativo, di tutte le situazioni oggettive di difficoltà, è sostenuto nell’ordinamento giuridico dalle seguenti fonti:

  • la Legge 104/92 per le situazioni di disabilità;
  • la Legge 170/2010 per i DSA e gli altri disturbi evolutivi;
  • la Direttiva 12 dicembre 2012 per tutte le altre situazioni di BES non riconosciute e tutelate dalle precedenti normative.

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